Foto tratta dalla pagina facebook di Monica ph (link)
E finalmente ieri, nella mezza maratona che si parte da Lanzo per raggiungere Caselle, sono tornato a correre a buoni ritmi, anche se non riesco ancora a mantenerli sino in fondo.
Durante la gara, il catarro mi ha dato un po' di tregua a tutto vantaggio dei miei risultati. Tempo finale?
Arrivato in 1:26:02, 8 minuti in meno della Monferrun di Canelli di 2 settimane fa. L'autonomia attuale vale comunque solo per i 2/3 di gara, ma il miglioramento, come si può vedere nell'immagine sottostante, è importante.
Cosa dire della gara? Senz'altro bella l'idea di raggiungere Lanzo in treno da Caselle, luogo d'arrivo. Opportunità sfruttata con soddisfazione da molti partecipanti.
Gradita anche la soluzione del chip al pettorale, che ritengo decisamente più comodo di quello posizionato sulla scarpa.
Inoltre percorso ben segnalato e presidiato, con una buona gestione logistica.
Con una temperatura ideale per correre, alle 10 si è partiti in circa 400 percorrendo per circa 14 km la pista ciclabile che costeggia la Stura di Lanzo (prima parte in asfalto e poi sterrata), per poi passare su strade secondarie, sino all'arrivo a Caselle.
Buone le sensazioni sino al 14° km. Passo veloce ma senza soffrire la fatica. Senz'altro mi ha aiutato psicologicamente l'aver condiviso dal 2° km questo tratto di strada con altri tre atleti ed una atleta. Due di loro si sono poi distaccati, mentre altri due hanno proseguito con lo stesso passo chudendo la propria prova intorno all'ora e ventiquattro minuti.
Io invece, appena iniziata ad avvertire la fatica, ho rallentato provando a non crollare nel tentativo di resistere a tutti i costi. Ho così concluso la prova in un tempo che, alla partenza, non avrei neppure lontanamente sperato.
Unico appunto alla manifestazione è la presenza di biciclette sul percorso gara.
Attenzione: non mi riferisco alle bici, tra l'altro poche, che condividevano temporaneamente lo stesso percorso semplicemente perchè fruivano della pista ciclabile.
Sto invece riferendomi alle biciclette che accompagnavano i singoli atleti lungo tutto il percorso gara, in aperta violazione del Regolamento Tecnico Internazionale (R.T.I.) che alla "Regola 144 - Assistenza agli atleti", al p.to 2 riporta: "Ogni atleta, che dà o riceve assistenza all’interno della zona della competizione durante una gara, deve essere ammonito dall’Arbitro ed avvertito che, in caso di seconda ammonizione, sarà squalificato.", mentre al p.to 3 riporta: "Ai fini di questa Regola, i seguenti esempi devono essere considerati come assistenza, pertanto non permessi: (a) Andatura fatta in corsa da persone non partecipanti alla corsa stessa ...".
Inoltre, alcuni di questi atleti, hanno ricevuto dal proprio accompagnatore anche dei rifornimenti, violando la "Regola 140 - Corsa su strada" che al p.to 8 (h) riporta: "Un concorrente, che riceve o si rifornisce o prende acqua in un posto diverso da quelli stabiliti dagli organizzatori ... dovrebbe essere normalmente ammonito dall’Arbitro ...".
Appare pertanto evidente che questa somma d'infrazioni avrebbe dovuto comportare l'immediata squalifica dell'atleta.
Ed invece, anche ieri, nulla è accaduto. Come nulla era accaduto 7 giorni prima nella IX Miglia di Bra, piuttosto che 14 giorni prima nella Monferrun di Canelli.
A questo punto chiedo: ma chi è che è preposto a verificare questo genere d'infrazioni ed a comminare le relative sanzioni?
Per avere conferma di ciè che dico, basta ad esempio, guardare con attenzione le foto scattate nelle varie manifestazioni dai fotografi per ritrovare, in punti diversi del percorso, le stesse bici, accanto agli stessi atleti.
L'altro ieri io ho avuto modo di verificare "dal vivo" due di questi casi, avvenuti proprio intorno a me.
Se il mondo dell'atletica ritiene che questo comportamento sia corretto credo sia sufficiente modificare il R.T.I. così da autorizzarlo. Ma fino ad allora chiedo a chi è preposto ad evitare le violazioni al Regolamento di provvedere sanzionando chi lo infrange. Ognuno faccia il suo dovere senza preoccuparsi se dopo, qualcun altro, avrà da criticare. L'importante è essere corretti ed imparziali.
So che alcuni runner tollerano e anche giustificano questi comportamenti, evidenziando la natura amatoriale delle nostre gare domenicali. Per quanto anch'io creda fermamente nell'importanza di affrontare queste competizioni in modo soft e con la giusta spensieratezza, ritengo però altrettanto importante dare delle regole sensate e poi farle rispettare. Ovviamente usando sempre il buonsenso.
Per chi desidera affrontare in modo anche "goliardico" queste corse, sarebbe opportuno si indirizzasse a partecipare ad uno degli ormai molti eventi a carattere non competitivo.
Vorrei anche ricordare che lo sport non è solo praticare attività fisica, ma anche scuola di comportamento, specie verso i più giovani.
Non bisogna infine dimenticare che in alcuni contesti, ad esempio domenica scorsa, la presenza di bici a fianco degli atleti su un percorso in alcuni tratti stretto e con cambi di direzione, crea rischi verso gli altri partecipanti, non essendoci sufficientemente spazio per permettere ai ciclisti di restare distanziati dall'atleta accompagnato.